Monte Gennaro

Una montagna di "periferia"
25 famosi tornanti per prendere quota e raggiungere una panoramica cima che, nonostante la sua non elevata altezza, offre nei giorni di cielo limpido, un orizzonte fin sui profili del Velino ad Est e della Laga ed il Gran Sasso più a nord. Siamo sull'avamposto verso la capitale dei monti Lucretili.


Quella del Monte Gennaro (Monte Zappi) è sicuramente una delle cime più frequentate nei dintorni di Roma e per molti, incluso il sottoscritto, ha rappresentando il primo approccio all’andare per sentieri. Quella che parte dai pressi della stazione intermedia della cestovia dismessa è l’escursione classica ed in qualsiasi bella giornata, in ogni stagione, si può star certi di incontrare compagni di cammino: il punto di partenza si raggiunge imboccando la stradina asfaltata che inizia accanto alla stazione a di valle del vecchio impianto di risalita (un edificio su cui ancora campeggia la scritta “Funivia di Monte Gennaro”); presa un pò di quota lungo “Via di Piedimonte” si giunge al termine dell’asfalto e poco dopo ad uno spiazzo dove campeggia una capannina del parco con alcune informazioni sul luogo. La maggior parte della salita avviene lungo un comodo sentiero che con numerosi tornati intervallati da piacevoli traversi consente di raggiungere la sella che si trova nei pressi del rilievo del Morrone della Croce dove campeggia una torretta in pietra dalle sembianze antiche anche se in realtà si tratta di una costruzione relativamente recente. I tornanti sono 25 e tutti numerati, tratto caratteristico di questo sentiero che consente di guadagnare diverse centinaia di metri di quota senza quasi accorgersene da quanto è uniforme e leggera la pendenza: ai lati del cammino si alternano dapprima la lecceta ed i castagni che più in alto lasciano lo spazio ad una densa faggeta che accoglie qua e là degli esemplari arborei di interesse per forme e dimensioni. Giunti alla sella si può andare a visitare la vicina torretta che vista da lontano appare quale vestigia di un’antica struttura difensiva con attorno ruderi di alcune casette al servizio della guarnigione: la situazione è in realtà un pò diversa essendo queste rustiche costruzioni degli anni settanta quando questa montagna è stata oggetto di iniziative a base di cemento di cui, per fortuna, solo una parte ha visto la luce. Il luogo è comunque bello ed offre un notevole panorama in direzione delle pianure sottostanti fino alla capitale, un bel colpo d’occhio sulla cima del Gennaro ed una vista d’insieme sulla Sabina. Tornati alla sella si può proseguire verso la stazione a monte della cestovia lungo la strada brecciata che sale da Stazzano (via d’accesso al Rifugio per chi sale in fuoristrada) oppure lungo un sentiero che attraversa una rada faggeta popolata da caratteristici alberi di agrifoglio che nella giusta stagione offrono un notevole spettacolo con le loro nuvole di bacche rosse. Giunti al rifugio, ben ristrutturato, ci si può affacciare dall’ampio belvedere per un vasto colpo d’occhio panoramico prima di imboccare il tratto di sentiero che conduce fino alla base dell’impianto sommitale. Con ultima salita tra un dedalo di massi si giunge all’ampia vetta dove al posto dell’abituale mucchietto di pietre troviamo un imponente monoblocco su cui è disposta una croce e sventola una bandiera, insomma una cima con una certa personalità a dispetto della quota non certo elevata. Una volta in cima si apprezzano gli avvincenti panorami ravvicinati sui Monti Lucretili di cui il Gennaro è un avamposto, i Monti della Sabina, mentre nei giorni di cielo limpido la vista si spinge sulle principali vette del Lazio e verso est fino al Velino, la Laga ed il Gran Sasso: ecco, se possibile vale la pena portare con sé nello zaino un binocolo per accomodarsi sull’ampia cima e fare un bel ripasso su un ampio settore dei nostri amati Appennini.